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Protezione Civile Usmate Velate - basi di primo soccorso (1)
 
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basi di primo soccorso (1)
Fratture
 
Interruzione traumatica della continuità di un osso, che spesso viene provocata da una
caduta . Ci sono vari tipi di fratture: chiuse e ed esposte. Nella prima ipotesi le estremità
fratturate non lacerano la pelle e di solito viene danneggiata una quantità minima di
tessuto, in quella esposta invece le estremità dell'osso lacerano anche la pelle e il tessuto
muscolare.
 
Sintomi
Il primo segnale che indica l'ipotesi di una frattura è il gonfiore e indolenzimento nella
zona e in alcuni casi si può vedere un osso che sporge. A questi segnali si accompagnano
un dolore intenso che viene ulteriormente intensificato con il movimento.
 
IMPORTANTE: non cercare di ridurre la frattura in nessun modo se in presenza di emorragia tamponare sulla ferita con garza sterile.
 
Distorsioni
 
Spostamento violento di due capi ossei con immediato rientro nella propria sede.
 
La distorsione si manifesta con:
- dolore violento localizzato
- gonfiore localizzato
- movimenti possibili anche se dolorosi
 
Lussazioni
 
Fuoriuscita di capi ossei dalla propria sede con rottura della capsula articolare e dei legamenti.
 
La lussazione si manifesta con:
 
- dolore acuto e localizzato che tende a diminuire e ad espandersi
- impossibilità di utilizzo dell’arto
- deformazione dell’arto con sporgenze e ingrossamenti
 
Immobilizzare la parte interessata nella posizione trovata.
 
Con la lussazione vi possono essere delle complicazioni:
- lesione dei vasi sanguigni o dei tessuti nervosi dovute allo stiramento e dalla
compressione dell’osso
- lacerazione di tessuti e pericolo di infezioni
 
Amputazione
 
Asportazione traumatica di una parte del corpo dovuta a un fatto incidentale o ad una
conseguente operazione chirurgica atta a fermare gli effetti negativi dell’incidente.
In alcuni casi dita o arti recisi dal corpo possono essere recuperati e ricuciti grazie ad
un tempestivo ritrovamento da parte dei soccorritori.
Recuperare la parte recisa , metterla in un sacchetto o sacco di plastica assieme a
buste di ghiaccio e consegnarla al personale medico o infermieristico per il rapido
trasporto in ospedale.
 
Trauma cranico
 
Scuotimento violento e improvviso dell’osso cranico con possibilità di trauma cerebrale e di lesione del rachide cervicale.
I sintomi che debbono destare una preoccupazione e che impongono una visita immediata
sono:
• un'alterazione dello stato di coscienza
• quanto maggiore è la violenza del trauma (ad esempio negli incidenti stradali) o
l'altezza dal piano di caduta (da un metro o più) o la durezza della superficie su cui
si cade (cemento, linoleum, legno)
• la comparsa di un ematoma del cuoio capelluto specie se in sede laterale del capo
• una forte irritabilità
• si muove in modo confuso o ha vertigini
• Accusa disturbi della vista, dell’udito o della parola
• Ha forte mal di testa che tende a peggiorare
• Lamenta dolore al collo
• successivi episodi di vomito
• sanguinamento dal naso ( epistassi ), dalla bocca o dalle orecchie ( otorragia )
• presenza di convulsioni
 
In attesa dell'arrivo dell'ambulanza non muovetelo assolutamente, mettete le vostre mani su entrambi i lati del capo e tenetelo nella posizione in cui lo avete trovato.
Se vomita, giratelo sul fianco tenendogli il collo e il capo in trazione immobili.
Se è cosciente, fate del vostro meglio per tenerlo calmo.
Se ha delle convulsioni, tenetegli le vie aeree libere.
 
Epilessia
 
L'epilessia è una iperattività delle cellule nervose cerebrali. Si verifica infatti un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcune cellule del cervello incominciano a lavorare ad un ritmo molto superiore al normale, producendo la cosiddetta scarica epilettica.
 
- lasciare il paziente sul pavimento o sul terreno dove trovato
- slacciare se possibile gli indumenti troppo stretti
- allontanare gli oggetti che potrebbero creare danni e ferite
- proteggete il paziente da possibili lesioni ma non cercare di contenerlo durante l’episodio convulsivo
 
IMPORTANTE : non mettere mai nulla nella bocca del paziente per non creare ostruzioni alle vie aeree e non trovarsi con serie ferite alle mani.
 
 
Edema polmonare
 
L'edema polmonare è una sorta di annegamento dei polmoni causato dall'eccessivo
passaggio di liquido sieroso dai capillari sanguigni agli alveoli che vengono così riempiti di
liquido e non sono più in grado di svolgere la loro attività respiratoria.
 
Sintomi
Ha difficoltà di respirazione (dispnea), è agitato, si sente soffocare e chiede ossigeno.
Il respiro è rumoroso (gorgoglio causato dalla presenza di liquido negli alveoli polmonari). Il paziente si mette seduto, per respirare meglio, non deve sdraiarsi, perché aumenterebbe il senso di soffocamento.
Il polso è debole. Può comparire una schiuma rosa biancastra alla bocca. Il volto è solitamente pallido o cianotico; l'individuo è sudato e le estremità sono fredde.
 
Intervento
E' necessario raggiungere al più presto l'ospedale. Il soggetto va mantenuto in posizione
semiseduta, per agevolare la respirazione. Bisogna cercare di tranquillizzarlo, controllare
costantemente le funzioni vitali ed evitare che compia movimenti.
 
Ostruzioni da corpi estranei (manovra di Heimlich)
Un corpo estraneo può talvolta ostruire le vie aeree e portare
all'asfissia. L'infortunato improvvisamente diviene incapace di respirare, tossire e parlare.
 
Manovra di Heimlich
Il soccorritore si pone alle spalle dell'infortunato e lo cinge
ponendo il pugno chiuso alla bocca dello stomaco, tra lo sterno e l'ombelico. A questo punto preme in modo rapido, forte e ripetuto il pugno verso la testa dell'infortunato facendo contemporaneamente anche pressione sull'addome.
L'infortunato dovrebbe rigettare immediatamente l'oggetto che gli ha ostruito le vie aeree.
 
Annegamento
L'annegamento avviene per l'ostruzione delle vie aeree da parte di un liquido.
Per riflesso, quando un liquido entra nella cavità orale provoca una chiusura della laringe:
l'infortunato perciò non può più respirare e inizia l'asfissia.
Se l'infortunato perde coscienza e di conseguenza i riflessi cessano, il liquido può
penetrare nella trachea, nei bronchi e negli alveoli polmonari soffocandolo.
 
Intervento
Per prima cosa è necessario rimuovere il liquido che asfissia l’infortunato.
Se l’infortunato è cosciente è sufficiente tranquillizzarlo, metterlo in posizione semiseduta per facilitare la respirazione, aiutarlo ad espellere il liquido presente nelle vie aeree.
Se ha perso coscienza è necessario agire con la massima urgenza e chiamare i soccorsi.
In attesa dei soccorsi, bisogna verificare per prima cosa la presenza della respirazione e
del battito cardiaco.
Se le funzioni vitali sono integre, bisogna porre l'annegato in posizione laterale di
sicurezza, meglio se su un piano leggermente inclinato con la testa in basso. In attesa dei
soccorsi, se non si riprende, bisogna tenere costantemente sotto controllo le funzioni vitali.
ATTENZIONE: nel caso di tuffi in acque basse, per esempio in piscina o in presenza di
scogli, l'annegamento potrebbe essere stato provocato da un trauma. In questo caso
bisogna avere molta cautela: l'infortunato potrebbe avere delle fratture, per esempio alla colonna vertebrale, il che comporta una grande attenzione nel rimuoverlo.
 
Infarto miocardico
 
L’infarto miocardico è la morte di un certo numero di cellule cardiache dovuta alla
mancanza di irrorazione sanguigna per un tempo prolungato a causa della chiusura
completa di un ramo di un’arteria coronaria.
 
Sintomi
Nella maggior parte dei pazienti l’infarto è preceduto da:
• il classico dolore al centro del petto o nella metà sinistra del torace, accompagnato
da senso di angoscia, che si può irradiare al collo, alla mandibola, al braccio sinistro
• un dolore alla bocca dello stomaco senza legami con patologie gastriche preesistenti, spesso accompagnato da nausea;
• una sudorazione inspiegata;
• senso di affanno, accompagnato da stanchezza profonda;
• nausea.
 
Arresto cardiaco
 
Quando cessa la circolazione sanguigna, viene improvvisamente a mancare l'ossigeno al cervello e si ha in pochi secondi la perdita di coscienza. Dopo 4 minuti iniziano i danni
cerebrali, dopo 10 minuti le lesioni diventano irreversibili (morte cerebrale).
Occorre praticare tempestivamente la rianimazione cardiorespiratoria utilizzando le
tecniche della respirazione artificiale e del massaggio cardiaco esterno.
 
Emorragia
 
Fuoriuscita del sangue dai propri canali per una interruzione traumatica degli stessi . si
divide in:
-         arteriosa;
-         venosa;
-         capillare
 
Cosa fare:
Tenete sdraiato il soggetto per prevenire lo svenimento. Per arrestare l’emorragia premete fortemente sulla ferita con tutta la mano una compressa di garza sterile.
Se la compressa s’imbeve di sangue, aggiungetene un’altra direttamente sopra alla prima e continuate a premere sulla ferita. Se l’emorragia da un braccio o da una gamba non si arresta con la pressione diretta sulla ferita, cercate d’interrompere la circolazione nell’arteria che apporta il sangue all’arto, premendo fortemente su di essa con il pollice o con il palmo della mano. Ci sono quattro punti in cui è agevole esercitare una pressione
diretta sulle arterie. Non tentate, però, di comprimere arterie nel caso di ferite al
capo, al collo o al torace.
 
Stato di shock
 
In ogni grave lesione (ferite sanguinanti, fratture, ustioni estese o profonde) aspettatevi sempre la comparsa dello shock e agite in modo da ridurlo.
I suoi sintomi sono:
-         la pelle pallida, fredda, sudaticcia;
-         il polso frequente e piccolo;
-         il respiro superficiale, frequente o irregolare.
Il ferito è spaventato, irrequieto, apprensivo.
Si hanno vari tipi di shock:
- ANAFILATTICO (gravi reazioni allergiche)
- LIPOTIMICO (reazione violenta davanti a stimoli sgradevoli)
- IPOVOLEMICO (perdite ematiche)
- CARDIOGENO (compromissione attività cardiaca)
- METABOLICO (alterazioni del metabolismo corporeo)
- TOSSICO (gravi infezioni che causano vasodilatazione eccessiva al sistema circolatorio)
- NEUROGENO (causato da lesioni spinali)
 
Cosa fare:
1. Sdraiate il paziente con la testa più bassa dei piedi (eccezione al punto 4).
2. Slacciategli i vestiti.
3. Copritelo leggermente, ma senza farlo sudare. Lo scopo da raggiungere è di conservare il calore del corpo
4. Nel caso di lesioni alla testa o al petto, sollevate la testa e le spalle del paziente con cuscini o indumenti arrotolati in modo che la testa sia circa 25 cm. più in alto dei piedi. Se il paziente comincia a respirare con difficoltà, abbassategli la testa come descritto al punto 1.
5. Non somministrate acqua o alcolici


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(il 23/08/2019 - 11:20)
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